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Schede contestate



La campagna elettorale del 1986, al Liceo Scientifico Statale N. Copernico, era stata durissima. La scuola contava circa 500 studenti, chiamati alle urne quell'anno per eleggere i propri rappresentanti al consiglio d'istituto. Si affrontavano, mettendo in atto strategie propagandistiche aggressive e senza esclusione di colpi bassi, due liste diametralmente opposte a livello ideologico e programmatico. La prima, capeggiata dal candidato De Santis della quarta B, si sarebbe potuta definire "di sinistra", o progressista. Il leader della coalizione, infatti, era noto a compagni e professori come un anticonformista un pò ribelle, il quale, a fronte di un rendimento scolastico più che sufficiente, poteva vantare una delle più notevoli collezioni di note disciplinari mai attribuite ad un singolo alunno. Tali provvedimenti, conseguenza di innumerevoli episodi di arroganza, ritardi, danneggiamenti e disprezzo dell'autorità, venivano dal De Santis orgogliosamente sbandierati durante i comizi come prova delle sue capacità di opporsi ai "poteri forti", che a suo dire opprimevano la libertà degli studenti. Questa scelta strategica, unita al fatto che il candidato era unanimemente riconosciuto come un'autentico artista nel disegno murale di genitali ambosessi sulle piastrelle dei bagni, era dotato di invidiatissimi status-symbol quali vespa ET-3 Primavera e chiodo, e fumava da anni - offrendo volentieri - MS ma non solo, faceva ritenere che la sua lista godesse dei favori del pronostico. Questo, perlomeno, secondo i sondaggi ufficiosi che circolavano a ricreazione, e durante le fumose riunioni di partito che si tenevano nei cessi e in fondo al cortile.


La lista rivale, capeggiata dalla candidata Franceschini della quinta F, non era meno agguerrita. Ideologicamente la candidata si sarebbe potuta definire "di destra", o conservatrice, essendo una delle allieve con la media  migliore del liceo, sicuramente destinata ai 60/sessantesimi in sede di maturità, e mai si era posta in conflitto con l'autorità del corpo insegnante. Questo essere, oggettivamente, un pò secchiona, avrebbe dovuto costituire uno svantaggio incolmabile in termini di popolarità, ma non era l'unica cosa per cui la capolista era nota nell'istituto. La Franceschini, infatti, oltre che di una riconosciuta avvenenza generica, era dotata di un paio di tette strepitose, tali da aver dato adito, durante le ore di scienze, ad accese discussioni sull'effettivo valore della legge di gravitazione universale di Newton. Queste peculiarità fisiche, unite ad una robusta fama di esperta limonatrice nonchè liberale dispensatrice di petting spinto, compensavano in termini di consenso lo scarso appeal del conformismo programmatico illustrato durante i comizi dalla candidata, la quale, ad ogni buon conto, si presentava all'elettorato vestita e truccata come una pornodiva. 


La situazione era dunque caratterizzata dall'incertezza, ed i toni accesi del dibattito portarono ad un'affluenza al voto senza precedenti. Durante gli ultimi giorni di campagna elettorale, infatti, i due leader avevano messo in atto ogni tipo di espediente utile ad aggiudicarsi la preferenza degli indecisi, il De Santis offrendo intere stecche di sigarette durante gli intervalli, e promettendo la realizzazione di opere mirabolanti per iperrealismo ginecologico su qualunque superficie istoriabile della scuola; la Franceschini spingendo al limite dell'oltraggio al pudore il suo già abitualmente succinto abbigliamento, stimolando così nell'elettorato maschile fantasie inedite per il liceale medio, e promettendo a quello femminile ripetizioni gratuite di qualunque materia, sesso orale compreso, nonchè la garanzia del passaggio delle soluzioni durante i compiti in classe. Lo spoglio delle schede richiese un giorno intero, e man mano che ci si avvicinava ai risultati definitivi il vantaggio teorico con cui era partito il candidato progressista andò riducendosi, fino a far balenare per i sostenitori della candidata conservatrice l'ipotesi di un insperato pareggio, se non di una clamorosa affermazione contro pronostico.


Il confronto si giocò in sede istituzionale, ossia il seggio allestito in bidelleria, dove una commissione di studenti-scrutatori era chiamata alla valutazione definitiva di qualche decina di schede contestate. Le discussioni furono feroci, ed i punti di vista spesso inconciliabili, anche se supportati da argomentazioni valide. Ad esempio, davanti a numerosi foglietti recanti la scritta "Franceschini troia pompinara", c'era chi sosteneva che, a prescindere dagli epiteti, la cui connotazione negativa era tra l'altro da dimostrare, il nome indicato era inequivocabile, ed il voto le andava attribuito come valido. Altri controbattevano che le valutazioni così espresse sulle abitudini sessuali della candidata indicavano un'evidente disistima nei confronti della stessa, e che quindi il voto andava annullato, se non addirittura attribuito al rivale. Altri ancora si limitavano a constatare che tali forme di espressione dell'opinione popolare corrispondevano al vero nè più nè meno di quelle trovate su altri voti messi in discussione, come "De Santis frocio drogato". Costretta ad ammettere la situazione di stallo, la commissione si recò in cerca dei due leader per tentare di proporre un accordo bipartisan, onde evitare una pericolosa fase di vuoto rappresentativo che avrebbe senz'altro nuociuto all'intera comunità studentesca.


Ed ecco il clamoroso colpo di scena: irreperibili per tutta la giornata, De Santis e la Franceschini vennero sorpresi a pomeriggio inoltrato negli spogliatoi dietro alla palestra, intenti lei a sparargli tre metri di lingua in bocca, lui a verificare con entrambe le mani la consistenza politica dell'avversaria. Era così nata la Grande Coalizione, attraverso il più letterale degli inciuci.


Pensiero del giorno: "Vittuoria!"
(Nute Gunray, "The Phantom Menace", 1999)      
       

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