Archive for dicembre 2007

When the going gets tough


Pensiero del giorno:
“Non è mica finita”
(Han Solo, “A New Hope”, 1977)
 

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No limits


Il problema in una serata alcolica di quelle serie, quando cominci a invecchiare, non è la prestazione, ma i tempi di recupero. Che col passare degli anni si allungano in misura esponenziale. Inoltre, rispetto all’adolescenza, aumenta la disponibilità economica, e conseguentemente la possibilità di farsi davvero malissimo. Cazzo, ci casco ogni volta.


(Uscire senza una meta precisa: perché no
Farsi cinque locali in modalità aperitivo selvaggio: bello
Spuntino interlocutorio in pizzeria: necessario
Andare a una festa con DJ e universitari: yeah
Partire direttamente con i giri di tequila: pericoloso
Perdere il conto dei giri medesimi: mortale
Due amiche sbronzissime che limonano tra loro: figata
Offrirgli immediatamente l’ennesimo drink: ovvio
Cercare di farsele entrambe: avventato
Riuscirci: hall of fame
Non essere in grado di andare oltre la lingua in bocca: per forza
Acquistare una bottiglia al banco per bere ancora dopo chiusura: patologico
Farlo seduti in strada come barboni: brutto spettacolo
Finire le sigarette: dramma
Trovare un pacchetto nella tasca interna del giubbotto: Dio esiste
Concludere all’alba con un caffè corretto: ahia
Svegliarsi alle due di pomeriggio ancora ubriachi: esilarante
Guardarsi allo specchio e desiderare di essere morti: meno esilarante
Vegetare come zombi per il resto della giornata: meritato
Giurare a sè stessi che non succederà più, mai più: ipocrita
Rendersi conto che deve appena cominciare il delirio enogastronomico natalizio: qualcuno mi aiuti)

Pensiero del giorno: “Hanno esagerato, sono pazzi”
(Conte Dooku, “Attack Of The Clones”, 2002)

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(wisdom on) The Wall


Ho sempre sostenuto che quando ci si trova dinanzi al Genio, bisogna prenderne onestamente atto. Il sublime monito che avete la fortuna di ammirare è stato iscritto, nobilitandolo così con una massiccia dose di strepitosa e amara ironia, su un muro della viuzza dove abito. Mi dolgo solamente di non aver potuto conoscere, e stringere con devozione, l’ignota mano che tanta saggezza ha scelto di condividere con le masse, ma spero di rimediare almeno in parte consegnando all’immortalità della Grande Rete questo suo capolavoro.

Pensiero del giorno: “Eppure, non siamo così sprovveduti”
(Obi-Wan Kenobi, “Revenge Of The Sith”, 2005)

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Jimmy Somerville e vellutata di verdure


Fare la vellutata di verdure agli scampi, fondamentalmente, è un gioco sottile e delicato di contrasti e profumi. Il carattere del risultato sarà figlio del modo in cui hai scelto di giocare, e potrà essere aggressivo, così come elusivo, condiscendente, o addirittura spiazzante. Il valore e la gradevolezza del piatto, a prescindere dalla sua impostazione, saranno invece determinati dall’equilibrio. E, soprattutto, da quanto sarai stato capace di sintonizzare te stesso con ciò che stai creando. Questo ultimo aspetto è il più aleatorio, non potendosi conoscere in anticipo lo stato d’animo che ti accompagnerà durante la preparazione. Inoltre, può sempre venir voglia di sperimentare. Per evitare il dramma dell’ingrediente mancante, che alle otto di sera, con il fruttivendolo chiuso, assume i contorni della tragedia, quando prevedo di dedicarmi a questo tipo di ricetta concedo ai miei acquisti di spaziare nell’intero regno vegetale, rigorosamente di stagione. Spesso, amando la contaminazione delle materie prime, anche in quello animale. Con una spiccata preferenza, dato che vivo in una città di mare, per il saccheggio della fornitissima e attraente pescheria dietro l’angolo. Conclusione del percorso, l’enoteca. Prendere il vino al supermercato è da barbari, punto. Sì, lo so che si trovano ottime etichette, ma cazzo, non puoi scegliere le annate. Follia. Come andare a comprare una macchina, sapendo marca e modello, ma accettando una cilindrata a caso. Chi conosce il collio friulano, sa che tra il 2005 e il 2006 di un sauvignon di Russiz c’è la stessa differenza che passa tra un diesel e un sedicivalvole a benzina.
Confortati dall'abbondanza dei rifornimenti, si tratta infine di calarsi nel mood giusto.
Con la complessità di un piatto, dicevo, bisogna sintonizzarsi: e non c’è niente di meglio della musica. La vellutata di verdure è decisamente femminile, nello stesso modo in cui un brasato al Barolo è assolutamente maschio. Affrontarla con la giusta empatia richiede, da uomo, una rinuncia temporanea alle proprie convinzioni eterosessuali, in favore di una sensibilità che di norma non appartiene a noi portatori di palle. Ambiguità e delicatezza del pensiero e delle percezioni che, nostalgico amante della dance anni ’80, ottengo perfettamente grazie a un’icona gay-pop dell’epoca: l’indimenticabile Jimmy Somerville. Si può cominciare.

Why, adatta anche come ritmo, mi accompagna durante lo sminuzzamento di patate, carote, cipollotti, aglio ed erbe aromatiche. Per chi è in vena di giocare all’attacco, un peperoncino minuscolo. Le quantità sono assolutamente soggettive: dipende dall'umore, e da cosa ispira sul momento. Sarà importante, subito dopo, soffriggere delicatamente ogni verdura in successione: esordiscono le fibrose e coloratissime carote, seguono dopo qualche minuto le più docili patate, chiudono gli arroganti ma teneri cipollotti con gli aromi. Olio pugliese, piuttosto che toscano. Brodo vegetale a filo, fuoco moderato. Niente sale, meglio un paio di acciughine, che si scioglieranno senza quasi lasciare tracce olfattive, ma donando una sapidità molto più corposa. Tre quarti d'ora circa, e siamo a posto. Smalltown Boy, ragazzi. Si passa ai crostacei cantando.

You leave in the morning
With everything you own in a little black case
Alone on a platform the wind and the rain
On a sad and lonely face


Gli scampi vanno sbollentati in poca acqua, tre-quattro minuti, poi fatti riposare, e curati estraendo la parte carnosa della coda. Rituale relativamente semplice, ma da eseguire con precisione. La miglior versione mai proposta di You Make Me Feel (Mighty Real) è un sottofondo perfetto. Ottima, alzando parecchio il volume, anche per l’azione del frullatore sul contenuto ormai pronto e intiepidito della pentola. Attenzione, però. Usare il minipimer ballando può essere pericoloso. Tocco di classe ad aggiungere gusto di base: per correggere la densità, un po’ dell’acqua di cottura degli scampi, filtrata. La profumata cremina arancione che ne consegue va servita in ciotole individuali, con adagiate sopra due code di scampo per porzione. Filo d’olio conclusivo, poco prezzemolo fresco a guarnire, e via. Il sentore di fiori del sauvignon di qualità farà il resto.
S’intende, i gusti son gusti: It Ain’t Necessarily So, precisa giustamente quell’adorabile checca di Jimmy. Ma se non vi piace il pesce, pazienza: almeno cliccate i link e fatevi una cultura.  

Pensiero del giorno: “Voi Jedi dovreste tenere più conto della differenza tra cognizione e saggezza”
(Dexter Jettster, “Attack Of The Clones”, 2002) 

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