Archive for dicembre 2008

Aritmetica




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Pensiero del giorno: “Voglio sapere chi è che vuole uccidermi”
(Padmé Amidala, “Attack Of The Clones”, 2002)

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Dark sky

C’è qualcosa di sbagliato, quando ti svegli la mattina ed è buio. Mica presto, eh, alle otto-ottoeunquarto comode, s’intende. Per fortuna non dover sottostare al triste rito della sequenza doccia-giacca-cravatta-traffico-ufficio, iniziando la trafila prima delle sette in modo da essere operativi entro i tempi canonici, è una grande liberazione. Che richiede le sue contropartite, giustamente, la principale delle quali è l’essere costantemente in bolletta. Ma ne vale la pena: trovare il proprio sostentamento, ossia riuscire a pagarsi l’essenziale (più viziacci tipo birra, sigarette, tv via satellite, e mi rendo conto da solo della decadente banalità di tutto ciò), lavorando poche e – appena appena - onestamente pagate ore al giorno, nello sport che è la mia grande passione, ha un quotidiano e impagabile sapore di rivincita.

Rivincita su quello che vedo intorno a me, sulle vite che si trovano costrette a trascinare avanti troppe, quasi tutte le persone che conosco. Sulla filosofia dell’aziendalismo, della carriera, della fattura, del benessere cercato negli oggetti piuttosto che nella serenità. Sul “sistema”, insomma. Definizione semplicistica, ma funziona, per me. Non riesco a non pensare a cosa potrà mai restituire i venti-trent’anni migliori delle loro esistenze, spariti in un vortice di stress e frenesia da produco-guadagno-spendo-pretendo, agli ingranaggi in abito grigio che ogni giorno friggono al semaforo con due cellulari attaccati alle orecchie, l’occhio pallato, e un giramento di coglioni che gli trema anche la smart.

Se hai l’anima di fermarti un attimo, anche una mattina in cui l’aspetto della tua città è quello dell’immagine sopra (che figata le webcam) può diventare affascinante. Basta fare due passi fino al mare, e guardarlo fondersi con il cielo, mentre il temporale brontola, brontola, e non si sfoga, come se gli piacesse stare lassù, incazzato il giusto, ma senza degnarsi di condividere nemmeno una goccia. Mi dispiace, perché la tempesta sull’acqua scura, con il vento e gli scrosci, è sempre uno spettacolo. Però, alla fine dei conti, credo abbia ragione lui: di una bellezza simile, non se ne accorgerebbe quasi nessuno. E comunque, gli ingranaggi non saprebbero che farsene. Non è utile, non fa guadagnare, non si può possedere. Tuttalpiù, fa perdere tempo che non hanno, perché quando piove aumenta il traffico. 

Pensiero del giorno: “Il mio cliente ha perso la pazienza”
(Jango Fett, “Attack Of The Clones”, 2002)

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