Archive for 2010

Happy New Year, Captain Hook

E stagione dell’odio sia, dunque. Per concludere questo 2010, e tentare di non far scomparire definitivamente codeste trascurate paginette nell’oblio informatico, mi pare giusto esibirmi in un bel messaggio di speranza (mia personale, obviously. Degli altri mi fotte sempre meno).
Auguro dunque, per la nottata di festeggiamenti incombente, a chiunque si appresti a far detonare con inutile idiozia qualsivoglia ordigno, la perdita di parti dell’inutile e idiota corpo in ordine crescente di importanza direttamente proporzionale alla potenza della deflagrazione stessa, direi partendo dai mignoli per arrivare a uno o più occhi.
Tralasciando le mie particolari antipatie per le esibizioni di fracasso pericolose e fini a se stesse, da padrone (sorry: accompagnatore) di cagnolino, il quale esce di senno per il terrore a ogni festività celebrata in tali barbari modi, non posso fare a meno di pensare che tutti i capitan uncino nuovi di zecca che domattina si sveglieranno intubati in ospedale, e il cui benvenuto nel 2011 sarà un chirurgo che gli annuncia la necessità di abituarsi a usare la zampa superstite per farsi le seghe, saranno bombaroli in meno per le prossime volte. Therefore, più ne leggerò sui giornali, meglio sarà. Divertitevi, teste di cazzo.

Pensiero del giorno: “Distruggete ciò che resta di loro”
(Nute Gunray, “The Phantom Menace”, 1999)

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Misanthropy

Da Wikipedia, entità digitale deputata a comminare sentenze inappellabili che determinano l’esito di scommesse anch’esse generate dal web, tipicamente in termini quali “l’ho letto su google” – “anch’io” – “pizza e birra?” – “andata”, trovo molto logico che venga una definizione perfetta della mia disposizione d’animo durante gli ultimi sei mesi. Ladies and gentlemen, si dia pure inizio alla stagione dell’odio.

Pensiero del giorno: “Il pericolo c’è, è come un’ombra che incombe su tutto ciò che abbiamo”
(Lando Carlissian, “The Empire Strikes Back”, 1980)

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Amazing News

Il Campionato Mondiale di pizza, nella sezione “pizza classica”, è stato vinto da una pizza con i seguenti ingredienti: mozzarella, crema di zucchine e salmone, gamberoni e cappe saltate al prosecco, melone, mousse di ricotta di bufala.

Immagino che per vincere la sezione “pizza innovativa” ci volessero lingue di pappagallo, tentacoli di medusa, cioccolato fondente e trippe, il tutto brasato nella cocacola.

Oltre a ciò, cosa è successo recentemente? Ah sì, un vecchio puttaniere mafioso ha litigato con un fascista assai moderno (così moderno che riesce a farsi fare i pompini anche dalla sinistra, sempre che qualcuno abbia il coraggio di definirla tale), col risultato che un vecchio razzista semirincoglionito probabilmente lo metterà in culo a entrambi. Nulla di interessante, quindi.

Pensiero del giorno: “Tranquilli, è un lavoro da Jedi. Continuate a bere”
(Anakin Skywalker, “Attack Of The Clones”, 2002)

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Numbers



Ventidue anni.
Quattro tentativi per superare l’esame di maturità.
Diecimila euro al mese per sessanta mesi, totale seicentomila.
Un miliardo, centosessantuno milioni, settecentosessantaduemila delle vecchie lire, che gli pagheremo noi tutti.
Due consolazioni.
Per accettare di avere quella faccia dovrebbero darmi molto, ma molto di più.
Per accettare di avere quelle capacità intellettuali, non ci sarebbe assolutamente prezzo.

Pensiero del giorno: “Siederai nel Consiglio”
(Mace Windu, “Revenge Of The Sith”, 2005)

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The answer is (blowing in) the wind

Lungo. Lungo e freddo, il periodo che spero si stia finalmente decidendo ad andarsene fuori dalle palle. Ne parlavo qualche settimana fa con due pinguini artici, incontrati all’aperitivo, che esprimevano dubbi alquanto condivisibili sulla teoria del riscaldamento globale. Scalpellando la birra dal bicchiere per succhiarmela come un ghiacciolo, da buon fumatore che l’interno dei locali lo usa solo per ordinare e pagare, riflettevo con loro sul fatto che saranno pure scomparse le mezze stagioni, ma quelle intere non scherzano per niente. Il piccoletto, aggrappato al guinzaglio con i denti per evitare di essere spazzato via dalla bora, sembrava d’accordo anche lui. Con l’ulteriore ragione, ottima dal suo punto di vista, che è difficile tentare di trombarsi le barboncine che preferisce, fighette di buona famiglia e gran pedigree, le quali fra l’altro danno abitualmente prova di notevole condiscendenza intersociale accettando di buon grado le attenzioni di un bastardino evidentemente volenteroso sul piano riproduttivo, ma carente in termini di genealogia, barboncine, comunque, costituite per il 70% di riccioloni vaporosi, e che diventano inafferrabili quando il vento colpendole contropelo le trasforma in pesci palla di un metro di diametro facendole poi svolazzare in modo completamente imprevedibile. Chiaramente, come tutte le femmine a cui gli eventi atmosferici rovinano il lavoro del parrucchiere compromettendo la compostezza della criniera, diventano pure nervose e aggressive, ringhiando e a volte mordendo.

In piena empatia da depressione di fine inverno col peloso, quindi, stamattina l’ho portato a fare il consueto  giretto cittadino, necessario per i bisogni fisiologici di entrambi, primari (senza entrare nei dettagli) i suoi, secondari (caffè doppi a ripetizione con brioche), ma altrettanto fondamentali, i miei. Come sa benissimo chiunque coltivi la gratificante abitudine della seconda colazione fuori casa, seconda non nel senso di pranzo ma proprio di bis della prima, la hall of fame si ottiene quando alla scontata combinazione tazzafumante/fragrantedolcetto si aggiunge il frescogiornale del bar, lettura irresistibilmente piacevole grazie all’effetto-scrocco del non averlo comprato ma abilmente scippato agli altri avventori, operazione non priva di rischi specialmente in caso di confronto con vecchiettaincazzosa che deve vedere chi è morto, o cravattatoarrogante che deve vedere come va il pil. Io devo vedere le pagine sportive, ovviamente, e lo sfoglio dalla fine come i giapponesi.

Il problema, in tale strategia di consultazione destrutturata, è che può capitare di immergersi perdutamente nella mirabilante saggezza delle dichiarazioni post-partita del pedatore medio, tipo “era importante provare a vincere, ma anche non rischiare di perdere, però il pareggio ci penalizza”, roba da farci una tesi di laurea in filosofia della retorica, e apparire quindi assai concentrati nella lettura, con tanto di cenni affermativi del capo e un intercalare sommesso di “eh”, “azz”, “uff” e “maddài” sussurrati fra sé e sé. Il tutto senza essersi nemmeno resi conto, avendo ignorato la prima e i titoli per andare felici e inconsapevoli ad analizzare le moviole, di quale quotidiano si stia leggendo.

Beh, non è bello. Non è bello per niente quando alzi gli occhi, e quello che sta al banco vicino a te, precedente possessore provvisorio delle ambite pagine, ricambia lo sguardo con simpatia, ti dice in tono comprensivo che è vero, è proprio incredibile quanto rompono i coglioni ‘sti giudici del cazzo, ti offre il caffè, e se ne va scuotendo il fiero testone forzaitaliota. E tu ti accorgi di avere in mano il giornale di Feltri.

Pensiero del giorno: “Che puzza stupenda ci ha fatto scoprire, complimenti!”
(Han Solo, “A New Hope”, 1977)

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Good Morning Vietnam

Vorrei poter dire che mi sono appena svegliato da un coma profondo, durante il quale ho vissuto un’esperienza extracorporea che mi ha permesso di vagare per mesi in forma di spirito, invisibile ma attento, e che dopo i primi giorni ovviamente trascorsi fluttuando negli spogliatoi di tutte le squadre di pallavolo femminile del campionato, nei camerini delle sfilate di biancheria intima, e nella stanza da letto di Natalie Portman, la quale nonostante le apparenze da santarellina pare sia una assai sportiva in certi ambiti, e poi è Padmé Amidala di Star Wars, quindi un mio feticcio erotico per forza, e insomma, dopo tale scontato periodo iniziale di indigestione da voyeurismo, vorrei poter dire che ho pensato fosse un peccato sprecare in pippe ectoplasmatiche un simile dono, e allora mi sono fatto un giro nei sotterranei del Sismi, del Vaticano, e nella cantina di Andreotti, e adesso so tutto di Moro, Piazza Fontana, Ustica e del mostro di Firenze, poi sono andato nel caveau del Pentagono, a ripassare un po’ di omicidio Kennedy, sbarco sulla Luna, undici settembre, scie chimiche e alieni dell’area 51, e infine vorrei poter dire che mi stavo teletrasportando nell’ufficio del caporedattore del Piccolo di Trieste, con l’intenzione di fargli apparire in un file del computer la soluzione ai più grandi misteri italiani e internazionali dell’ultimo secolo, più qualche immagine esclusiva del backstage di Victoria’s Secret tanto per incoraggiarlo, già pregustando il divertimento di veder diventare un giornalino di provincia la testata più autorevole del mondo, e i motorhome della CNN e della Reuters e della BBC parcheggiati in piazza Unità, ma proprio in quel momento mi sono svegliato, ho chiesto come stava andando l’Udinese, ho mandato affanculo l’infermiera che mi ha detto la classifica di serie A, sono stato quindi dimesso dall’ospedale con disonore, e allora non mi è rimasto altro da fare che aggiornare il blog.
Ma non lo dico, eh.

Pensiero del giorno: “Come potrò spiegargli tutto questo?”
(Luke Skywalker, “A New Hope”, 1977)

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