Archive for gennaio 2008

Che dire...

... quando c’è già chi ha approfondito le cose in modo perfetto?

Pensiero del giorno: “Magnifico”
(Darth Sidious, “Attack Of The Clones”, 2002)

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Hope


C’è solo una cosa, davanti all’ignobile scempio che sto vedendo fare di questo Paese, che mi rende sopportabile il fastidio: è gente di sessant’anni, come minimo. Quindi, dato che piuttosto che andare a votare mi faccio trapanare un secondo buco del culo, mi rilasso e me ne fotto. Pensando che, se sto un po’ attento con la birra, le sigarette e quando vado in giro in macchina, ci sono ottime probabilità che un giorno io li veda morti. Di vecchiaia, eh, s’intende. Ma sarà bello lo stesso.

Pensiero del giorno: “E’ tradimento, allora”
(Darth Sidious, “Revenge Of The Sith”, 2005)

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Vintage wanker


Sono bizzarri, e tortuosi, i sentieri mentali che conducono alla nostalgia. Assolutamente inaspettati, in molti casi. Perché uno mica se la cerca, voglio dire. Oddio, i maniaci depressivi che si piazzano distesi al buio, ad ascoltare canzoni struggenti che gli ricordano amori passati, ci sono. Per esempio. Ma lo fanno apposta, e si meritano tutta la loro disperazione, nonché gli strilli di Mariah Carey che guaisce “I can’t liiiive, if living is without yououououuuu”. Al contrario - essendo io un tipo che si bulla assai del proprio  approccio ottimista verso la vita - quando percepisco un livello di giramento dei coglioni sopra lo standard, cerco di distrarmi e tirarmi sù l’umore con pochi, semplici e collaudati sistemi. Stando al computer, uno dei migliori è il giretto quotidiano su supertangas.com. Simpatico sitarello che, a mio parere, risulta più autorevole di repubblica.it e corriere.it messi insieme, non fosse altro che per la maggiore serietà degli argomenti trattati.


Stavo dunque monitorando con affetto le posizioni (non solo in classifica) delle mie favorite, con un occhio di riguardo nazionalista per le Italiane, e constatando orgogliosamente che insieme alle Brasiliane le nostre rappresentanti fanno un culo così (risate registrate, prego) a tutte le altre, quando ci sono cascato anch’io. Così, all’improvviso. Tristezza vaga eppure pungente, percezione tendente al negativo del tempo che scorre, sottile ansia nel focalizzare i ricordi. La malinconia di ‘sta minchia, insomma. Disposizione d’animo che, davanti a immagini che farebbero abiurare con gioia un ayatollah incazzato nero, spiazza non poco. Ma dopo breve riflessione, coadiuvata da un paio di birre e altrettante sigarette, ci sono arrivato, al motivo.

Ho pensato a me stesso venti e rotti anni fa. E a tutti quelli della mia generazione. Mi sono ricordato di quanto era diverso, e - ne sono convinto - più divertente, il modo in cui abbiamo scoperto l’erotismo. Più divertente perché quello con cui dovevamo arrangiarci, ossia i giornalacci adocchiati e spesso trafugati all’edicola, più i primi, mitici film della tarda notte sulle tv locali, erano prodotti di una genuinità e di un’ironia, per quanto becere, oggi scomparse. Così come scomparso, ormai, è il senso del proibito, del sotterfugio, che si provava. E che rendeva tutto speciale. Adesso come adesso, un qualunque giovincello smanettone (in tutti i sensi) accende il computer e ha a disposizione cose che se le avessi viste io, a 14 anni, sarebbe stato necessario ridefinire il concetto di “ammazzarsi di pippe”.

Ma non sono certo quelle, di cui ho nostalgia (risate registrate bis, prego). Piuttosto, trovo davvero un peccato che di certi capolavori si vada perdendo il ricordo. Ah, the good old times! Dico, esisterà mai qualcosa che possa battere pietre miliari come queste? Si può non sentirne la mancanza?

     

Pensiero del giorno: “Credevo che fosse proibito, a un Jedi”
(Padmé Amidala, “Attack Of The Clones”, 2002)

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