Dark sky

C’è qualcosa di sbagliato, quando ti svegli la mattina ed è buio. Mica presto, eh, alle otto-ottoeunquarto comode, s’intende. Per fortuna non dover sottostare al triste rito della sequenza doccia-giacca-cravatta-traffico-ufficio, iniziando la trafila prima delle sette in modo da essere operativi entro i tempi canonici, è una grande liberazione. Che richiede le sue contropartite, giustamente, la principale delle quali è l’essere costantemente in bolletta. Ma ne vale la pena: trovare il proprio sostentamento, ossia riuscire a pagarsi l’essenziale (più viziacci tipo birra, sigarette, tv via satellite, e mi rendo conto da solo della decadente banalità di tutto ciò), lavorando poche e – appena appena - onestamente pagate ore al giorno, nello sport che è la mia grande passione, ha un quotidiano e impagabile sapore di rivincita.

Rivincita su quello che vedo intorno a me, sulle vite che si trovano costrette a trascinare avanti troppe, quasi tutte le persone che conosco. Sulla filosofia dell’aziendalismo, della carriera, della fattura, del benessere cercato negli oggetti piuttosto che nella serenità. Sul “sistema”, insomma. Definizione semplicistica, ma funziona, per me. Non riesco a non pensare a cosa potrà mai restituire i venti-trent’anni migliori delle loro esistenze, spariti in un vortice di stress e frenesia da produco-guadagno-spendo-pretendo, agli ingranaggi in abito grigio che ogni giorno friggono al semaforo con due cellulari attaccati alle orecchie, l’occhio pallato, e un giramento di coglioni che gli trema anche la smart.

Se hai l’anima di fermarti un attimo, anche una mattina in cui l’aspetto della tua città è quello dell’immagine sopra (che figata le webcam) può diventare affascinante. Basta fare due passi fino al mare, e guardarlo fondersi con il cielo, mentre il temporale brontola, brontola, e non si sfoga, come se gli piacesse stare lassù, incazzato il giusto, ma senza degnarsi di condividere nemmeno una goccia. Mi dispiace, perché la tempesta sull’acqua scura, con il vento e gli scrosci, è sempre uno spettacolo. Però, alla fine dei conti, credo abbia ragione lui: di una bellezza simile, non se ne accorgerebbe quasi nessuno. E comunque, gli ingranaggi non saprebbero che farsene. Non è utile, non fa guadagnare, non si può possedere. Tuttalpiù, fa perdere tempo che non hanno, perché quando piove aumenta il traffico. 

Pensiero del giorno: “Il mio cliente ha perso la pazienza”
(Jango Fett, “Attack Of The Clones”, 2002)

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11 Responses to Dark sky

  1. Ossimorosa says:

    Ma troppe, quasi tutte le persone che conosci, lavorano in banca?

  2. settantasette says:

    Ahahahah!

    No, solo un paio. Ma Trieste è la città del terziario. Tanti finiscono in assicurazione, o negli studi dei liberi professionisti vari, o fanno la mini-migrazione verso il resto del nord-est pieno di gloriosa imprenditoria leghista. Comunque, per lo più vivono di merda, sì.

  3. anonimo says:

    Oggi ho guardato il cielo di Trieste con attenzione: aveva una luce davvero strana. Era grigia, ma anche azzurra. Fredda, ma capace di dare una certa eleganza ai palazzi e alla strada. Permeava qualsiasi cosa come un velo e la città pareva di ghiaccio. Bella da mozzare il fiato. :-)

  4. anonimo says:

    E non sono io una di quelli.... Posto che non siamo amici, nel senso generalmente inteso del termine. Ma sono triestina (vera! non importata come te..) e, purtroppo per me, nella zuppa delle anime descritta dal padron di casa, ci sono pure io. Per amor di precisione, nella graziosa categoria "studi di liberi professionisti", sulla quale si potrebbero scrivere tali e tante storie dell'orrore che Lovecraft si ammazzerebbe di pippe. E non dirò di quele settore, è inconferente.

    Ma, un po' per il solito amor di cronaca e un po' per salvare qualche briciola di orgoglio, dirò che - scientemente - ho sempe schivato con gioiosa incoscienza, concorsi di banca/regione/ istituto pubblico che mi avrebbero garantito un futuro, per il buon vivere dei ministro Brunetta.

    Io vivo della mia vita ma, mi si perdonerà, non mi trascino. Nonono, proprio non mi trascino. E' che non ho avuto l'ardire, di osare su altre/alte vette. E queste sono questioni mie, inconferenti anche queste. E' un difetto che mi porto dietro da quando sono nata. Assomiglio a mio padre. Non ambizioso, va detto, ma meritevole di essere conosciuto.

    Io lo vedo il cielo quando sta per piovere anche dal buco del culo di finestra del mio ufficio. Lo vedo.

    E, quando ho tempo, se posso, lo fotografo anche (di merda, non sono l'Oliviero Toscani dei poveri, questo va detto).

    L'anima per vedere le cose, in my humble opinion, o ce l'hai o no. Anche se, come oggi, queste righe le scrivi alle dieci di sera dopo aver sputato quel che dava in ufficio fino alle otto e mezza. Ed è piovuto quanto basta. Di colleghe che finiscono alle due del pomeriggio, mercanteggiando i loro mal guadagnati diritti del part time, ho da venderle alla fieretta di natale.

    Ma, mio caro vicino di casa che sempre molto apprezzo, le ruote da ingranaggio, queste cose non le vedono. Non le vedranno mai. E', per parafrasare a torto Cocciante, questione di feeling. Si, banale.

    Mi arrogo il diritto di essere banale. Presuntuosamente, credo di potermelo permettere.

    Buon per te se hai potuto fare, o hai saputo fare una scelta forte.

    Probabilmenente ti invdio. NO, sicuramente ti invidio.

    E non vedere queste righe come un contrappunto a quel che hai detto, che condivido in tutto.

    Mi perdonerai. Due bicchieri di Raboso e una giornata incisiva mi hanno fatto perdere il senso del ritmo e, soprattutto, della misura nelle cose da dire.

    Torno a guardare "Gigi" su un canale Sky a caso. Vincente Minnelli lo amo da quando ero ragazzetta ed è un amore mai sopito.


    Visto che mostri apprezzare le mie poche conoscenze che ho di letteratura (questo ho studiato qunto sognavo - forse - di essere qualcosa d'altro), auguro a tutti una buona serata con poche parole (e agli intenditori, se del caso, riconoscere).


    Di tutto quanto è rimasto l'aver vissuto e l'aver lottato.

    Questo sarò il gudagno del gioco anche se sarà perso l'oro della posta.


    A bientot (lo o andava col tettuccio alla francese ma...)

  5. lapsuscalami says:

    Tre cosette veloci.

    La prima. Il romanzo a puntate sotto è parto della mia mente taroccata ma mi sono dimenticata di firmare.

    La seconda. Invoco le attentuanti generiche: stamattina mi sono svegliata con 38,4 di febbre. Questo spiega molte cose.

    La terza. Un mio carissimissimo amico da sempre, che è anche lui tuo vicino-di-casa, quasi dirimpettaio, ha citato questo tuo pezzo sull'inutile facebook (ne ho anche scritto). Per notizia, lui è, per quanto pentito, bancario.

  6. Ossimorosa says:

    Mah, credo che il vivere di merda prescinda dal cosa si faccia per vivere. Conosco gente che fa lavori, a mio vedere, veramente interessantiu. solo che, vuoi per caso vuoi per culo, non sanno neppure cosa farsene. E allora scatta la tristezza.

    Sarà per via degli studi che ho fatto, sarà per tutte le battutine che si fanno al riguardo, fatto sta che sono giunta alla conclusione che me ne sbatto.

    Io sto bene. Ottimo. Tutto il resto è polvere da ramazzare.

    Non ho le attenuanti della febbre, però oggi è una di quelle giornate un po' a metà.


    Ah, giusto per dire. Io non sono mai stata a Trieste, però mi piacerebbe visitarla.

  7. Sioux says:

    " Forse hanno yacht sdraiati sopra i mari

    sotto i cieli pienissimi di stelle

    con loro donne con il culo al sole

    e il sale sulla pelle

    o forse sono molto concentrati

    e stanno studiando nuove strategie

    nuove alleanze o forse le mie

    sono solo fantasie.

    Ma se per caso alzano gli occhi al cielo

    con un cielo come questo

    come fanno a non cagarsi sotto

    a non sentire freddo. "


    Non è una citazione della madonna...è "solo" Luca Carboni di tanti anni fa. E ogni tanto mi viene in mente quando ci sono cieli particolari...e ho la fortuna di potermi fermare a guardarli.


    Tu lavori nello sport, bellissimo! Allenatore?!

  8. lapsuscalami says:

    Comincio a provare una certa preoccupazione.

    Il mio delirio febbricitante spero non abbia contribuito ma non vorrei avesse ricevuto il colpo di grazia finale dopo che l'Udinese si è fatta ribeccare dopo che vinceva 3 a 0.

    Con le date, più o meno, ci siamo.

    Dai, settantasette, che si scherza...

    (coi tifosi "de core" è meglio essere prudenti, ho imparato)


  9. settantasette says:

    Porca di quella troiaccia infame, possa chi ha creato la nuova versione del virus Trojan.Vundo.H (che mi ha piantato il computer per giorni bypassando in surplace AVG, Spybot e Ad-aware, e mettendola in culo anche a Hijackthis) avere un attacco di dissenteria fulminante mentre è bloccato in un ascensore, le cui porte poi si apriranno direttamente sulla sala dove tutti i suoi colleghi stanno facendo il brindisi di Natale, così da rimanere indelebilmente scolpito nella memoria di ognuno come "colui che si rotolava nella sua stessa merda". Augh.


    @tutti: assenza causata da forza maggiore. E giuro che non stavo neanche cercando pornografia, che lì se ti sputtani il computer lo puoi anche capire. E' un piacere leggere questi commenti, che mi confortano. Specie dopo che l'Udinese è riuscita a perdere anche con dei semidilettanti olandesi.

  10. anonimo says:

    che bello seventy.

    Ema

  11. settantasette says:

    Grazie Ema.

    A rileggerci, che non è mica morto nessuno, eh.

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