Lo Stato ideale



Pare che ultimamente sia di moda sbattersene delle regole e delle leggi. Anzi, sbattersene non basta, se te ne crei di tue è meglio. Allora ho pensato: perché non andare oltre, e immaginare, come bambini che giocano a fare il Re, un proprio ordinamento istituzionale, uno Stato personale ritagliato su misura, un intero sistema che rifletta esclusivamente se stessi, sguazzando nell’autoreferenzialità?
Come prima cosa, mi applicherei a riformare profondamente il codice penale, introducendo tutta una serie di nuovi reati. Trovo scandaloso che non si sia ancora pensato di legiferare in proposito.


Dunque… nel mio Stato ideale, per esempio, riterrei gravissimo macchiarsi dei delitti di:

Rompimento di coglioni non richiesto
(pena: da due a cinque anni di lavori socialmente utili, passati a risolvere problemi agli altri invece di creargliene)



Telefonata inutile
(pena: tre anni di isolamento nel deserto, con la possibilità di comunicare col mondo esterno solo tramite messaggi di fumo)



SMS inutile
(pena: come sopra, ma con la possibilità di usare solo piccioni viaggiatori. Circostanza aggravante per questo reato è l’uso delle K, con pena aumentata a cinque anni)



Lampeggiamento aggressivo con abbaglianti su corsia di sorpasso
(pena: un anno di lavoro forzato come commesso viaggiatore sulla tratta Mestre-Bologna, ma alla guida di un Fiorino 900)



Uso reiterato nella conversazione di vocaboli-tormentoni televisivi
(pena: un anno di reading – come lettore – di opere di Pirandello presso circoli ricreativi per anziani)



Sfoggio arrogante di abbronzatura fuori stagione
(pena: tre estati consecutive da passare archiviando volumi nei sotterranei di una biblioteca, dalle 8 alle 21)



Visione al cinema di film dei Vanzina
(pena: sei mesi di Welles, Lang, Eisenstein, Truffaut e Fellini tutte le sere. Con interrogazione finale sulla comprensione dei contenuti)



Shopping compulsivo
(pena: due anni come commessa – mi perdonino le signore, ma è reato tipicamente femminile – da MaxMara, durante i saldi, ma non potendo nemmeno provare i capi. Circostanza aggravante è il costringere per ore un accompagnatore maschio ad assistere, in questo caso alla pena vanno aggiunti due campionati di calcio da seguire integralmente in tv, processi del lunedì compresi)



Consigli e pareri non richiesti
(pena: un anno affidati ad un tutor specializzato – una parrucchiera cinquantenne, per esempio – che istruisce ininterrottamente su cosa è meglio fare in ogni circostanza della vita, spaziando dall’alta finanza alle pratiche sessuali)



Esibizione molesta di amicizia interessata
(pena: da tre a sei anni in una comunità di recupero dove a tutti serve qualcosa da te e ti cagano solo per questo, ma se hai bisogno di qualcosa diventi invisibile)



Squillo di telefono al cinema
(pena: morte. Aggravante: suoneria di Tiziano Ferro, nel qual caso viene prevista la tortura prima dell’esecuzione. Eh lo so, dura lex sed lex)



Ritardo sistematico
(pena: due anni di appuntamenti in luoghi freddi e piovosi a cui arrivare in perfetto orario ed aspettare una media di un’ora tutte le volte)



Salto privilegiato di coda fuori da discoteca
(pena: tre anni di confino a Ibiza. Dove però tutti i buttafuori di tutti i locali hanno la tua foto segnaletica, ti fanno comunque aspettare ore per arrivare alla porta, e poi ti ridono in faccia)



Uso di occhiali da sole fashion di notte per bullarsi
(pena: da tre a cinque anni di confino al circolo polare artico, con l’obbligo di avere sempre addosso lenti scurissime durante i sei mesi di buio, e la proibizione di usarle durante i sei mesi di luce accecante)



Jeans con cavallo ridicolmente basso
(pena: tre mesi con un peso di dieci chili appeso alle palle, così almeno c’è uno scopo)






...sicuramente ne dimentico parecchi, ma si accettano suggerimenti.






Pensiero del giorno: "Insieme potremo governare la Galassia"
(Darth Vader, "The Empire Strikes Back", 1980)



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3 Responses to Lo Stato ideale

  1. anonimo says:

    I balli sudamericani: a parte il tango argentino, che comincia anche lui a essere un po' troppo di moda, ho una nota affermata antipatia per i pelvicheggianti balli sudamricani, specie se pallonzolati in una balera di provincia con velleità da discoteca da un gregge di gommisti e parucchiere (come categorie dello spirito, sia chiaro, non sociali) che ormai ce l'hanno nel sangue dopo aver partecipato a tutte le serate a tema del villaggio turistico durante le ultime vacanze.

    Ne avrei anche altri, belli e al vetriolo, ma tanto per creare un trait d'union tra gli odiati balli e il tuo citato uso di tormentoni televisivi, mi tratterrò dal fare commenti sul tricche e ballacche ultimo nato ma, essendo notoriamente io una donna antidemocratica (nel senso dell'Anonimo Ateniese - La democrazia come violenza, Sellerio, Palermo 1982, per amor di cronaca), sebbene molto tollerante, direi che la presa vulcaniana si spockiana memoria per poi poter lobotomizzare in santa pace potrebbe essere soluzione gradita.

  2. settantasette says:

    Benritrovata su codesto sperduto e assai poco frequentemente aggiornato lido, cara anonima... e raro esempio di arguzia! Ebbene, sottoscrivo il tuo fastidio riguardo agli ancheggiamenti frenetici e perniciosi (nonchè spesso inadeguati anagraficamente) che fanno triste mostra di sè in tante occasioni. Anche per me vale l'equazione "serata latina"="grazie e arrivederci". Così come faccio mio il ribrezzo per la barbarie televisiva odierna... direi che il reato ipotizzabile - ed omnicomprensivo - potrebbe essere:

    - cretinismo massmediatico premeditato

    (pena: accolgo il suggerimento dello stordimento con mossa vulcaniana seguito da lobotomia frontale. E parietale. Nell'eventualità, da non trascurare, che si riveli impossibile localizzare l'encefalo, una buona dose di schiaffoni seguita da un paio d'anni in miniera - dove i minatori, da rispettabilissimi lavoratori che si fanno un culo così quali sono, continuano a vangate la spiegazione su come va la vita - sarebbe educativa).

  3. anonimo says:

    Gentile da parte tua aver riconosciuto la penna, ne sono lusingata. Sono stata gradita ospite di un'unica serata latina in vita mia e diciamo che non ne ho questo gran bel ricordo. Direi che repetita, in questo caso, assolutamente non iuvant.

    Sulle perversioni televisive sono più tollerante. Benchè sia concorde sul livello tendente a meno infinito che ci siamo importati dalla madrepatria America (d'altra parte, cos'altro ci si poteva aspettare da un popolo senza storia), non voglio, per contraltare, trincerarmi in certo snobismo elitario cultural chic per cui io, chesonocosìfiga, certe trasmissioni, guarda, non so neanche che esistono e poi, ti ripeto, quelle vaccate là non le guardo proprio per principio.

    I principi, visto che li considero roba seria, tento di salvarli per qualcosa di più nobile che non sia la televisione. ...

    Non sono mai stata una purista, dal punto di vista diciamo "culturale", posto che la telvisione faccia cultura (cultura o non cultura, questo è il dilemma) ma nella scelta delle cose da leggere, come in quelle da ascoltare o da vedere sono sempre stata, per usare parole non mie, "un anarca in giacca e cravatta". Nel mio caso, in gonna e tacchi.

    E sul perchè le donne usino entrambi così poco, mi riserverò i pepati commenti ma posso assicurare che, nel mio regno, la sciatteria femminile sarebbe un reato paragonabile solo a quello di lesa maestà (la mia, ovviamente).

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