On The Road Again - 5 (Hangover)



Capitoli precedenti: 1 - 2 - 3 - 4

Un raggio di sole, luminoso come può esserlo solo la luce di una tarda mattinata di primavera, quando fa ancora freschetto ma la percezione di risveglio dei sensi e dell'umore si sincronizza con le gemme sugli alberi, il cinguettio dei passeri, e l'accorciarsi delle gonne, in letteratura come nel cinema costituisce la metafora più evidente della gioia di vivere, della speranza e del riscatto dopo la notte buia.
A me non fa che peggiorare il mal di testa.
Una volta aperti gli occhi, la sensazione di straniante disorientamento tipica di quando si è dormito in un luogo sconosciuto viene aumentata dal fatto che intorno al divano da dove sono risorto, mettendomi seduto e osservando con perplessità la stanza, vedo pile di scatoloni di cartone, borse, quadri e poster appoggiati alla base delle pareti, mobili smontati.
Ho ancora addosso i vestiti, e un sapore in bocca tipo piccione morto infilato in gola. Lei è davanti a me, seduta su un tavolo basso di Ikea che è l'unica cosa non imballata oltre al divano. Mi parla.

Buongiorno, come stai?”

La metto a fuoco. Ha due occhiaie come due wurstel, un residuo di trucco scuro assai sbavato, i capelli legati a caso, e un'aria depressa e sconsolata tanto straziante che sembra riassumere la sofferenza di migliaia di anni di afflizione femminile, partendo dal ratto delle sabine, passando per le streghe perseguitate nel medioevo, lo ius primae noctis, e gli stupri etnici in africa, fino ad arrivare alle suffragette massacrate dagli sbirri inglesi. Nonostante questo, il mio occhio maschile va in “scan mode” automatico, e registra l'interessante dettaglio che indossa una t-shirt, neanche tanto lunga, e basta. Il pensiero successivo, ovviamente, è “peccato che si stia abbracciando le ginocchia, una sbirciatina ci starebbe tutta”, ma ritrovo in tempo la lucidità per vergognarmi di me stesso e rispondere guardandola in quello che rimane della sua faccia.

Eh, insomma. Nottataccia. Tu, meglio?”
Abbastanza. Ho vomitato, vero?”
Sì. Per fortuna. E' per questo che non hai una flebo attaccata, adesso.”
Grazie per avermi portata a casa, sai.”
Noi marines non lasciamo mai indietro nessuno.”
Cretino.”

Sorride.

Meglio che non ti chieda come sono finiti tre pezzi da 5 euro nel mio reggiseno, immagino.
What happens in Vegas, stays in Vegas.”
Ecco, ti prego di ricordartelo, eh. Non c'è bisogno che di ieri sera ne sappiano altri.”
Tranquilla, al massimo ci scrivo un racconto a puntate su internet.”
Ah ah ah, sei proprio matto.”
Già. Non sai quanto.”

Comincio a sentirmi sempre più fuori posto ogni minuto che passa, ho solo voglia di lavarmi i denti, fare una doccia, e dormire nel mio letto. Mi alzo in piedi.

Senti, è meglio che io vada, adesso.”
Sì, forse è meglio. Sei speciale, lo sai?”
Perchè porto fuori le brave ragazze, le disintegro di droga e alcol scatenando la loro zoccola interiore, e poi faccio la crocerossina senza nemmeno trombarmele?”
Esattamente. Non cambiare mai, per favore.”

Percepisco una vaga nota di rimpianto nella sua voce, sottolineata dal modo in cui sospira abbracciandomi stretto, ma veramente stretto, sulla soglia dell'appartamento. Nuovamente, non resisto alla tentazione di guardare in basso oltre la sua spalla, e penso che quei centimetri di pelle che vanno dal fondo della schiena, dove si inarca leggermente e ci sono le fossette, all'inizio della curva delle natiche, sono la cosa più bella del corpo di una donna. Senza volere, lo giuro sulla Forza, la mano che le cinge i fianchi le ha sollevato la maglietta, e sì, ha davvero solo quella, addosso.
Ho un ultimo dubbio.

Come mai è tutto sottosopra, in casa? Traslochi?”
Già. La prossima settimana vado a vivere con il mio fidanzato.”

Dissolvenza in nero.
Titoli di coda.

(fine)

Pensiero del giorno: “Non viviamo nel mondo dei sogni, guarda in faccia la realtà”
(Padmé Amidala, “Attack Of The Clones”, 2002)

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2 Responses to On The Road Again - 5 (Hangover)

  1. Anonimo says:

    Sai che, alla fine, rimane una sensazione molto romantica e un po' triste?

    Io dico che con la tipa non è finita qui.

    C.

  2. Non lo so.
    La vita è strana, e le donne ancora di più.
    Da un lato, questo è affascinante. Dall'altro, delle pazze scatenate che non sanno quello che vogliono io mi sarei un attimino rotto i coglioni, sinceramente.

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