La birretta defatigante



Cristo...stamattina ho l'aspetto di un piccione morto. Quanto da stronzi è dimenticarsi di spegnere la sveglia per il sabato? E soprattutto, che bisogno c'era di cinque "avanacola" a seguire dopo la solita, demente, infinita sequenza di aperitivi?



Ok, colgo l'occasione per destrutturare una convinzione molto diffusa dalle mie parti, da molti considerata l'ABC del bevitore serio, ossia la regola del "mai scendere di gradi". Dice il saggio: parti con le birre, prosegui con i vini, concludi con i cocktail forti, e se proprio ci tieni alla fine schiantati con i superalcolici lisci. Così facendo, sembra che a parità di scimmia i postumi siano minori di quando bevi a caso.



Vero, ma fino a un certo punto. Il problema nasce alla fine: dopo l'ultimo bicchierino a 40 gradi, fa malissimo smettere di botto e cadere a faccia sul letto. Anche se non ne avresti voglia perchè sei fattissimo, è buona norma bersi un'ultima birretta, detta appunto "defatigante". Rende meno traumatica per il fisico la transizione dallo stato di massimo sforzo al sonno.



Un pò come gli atleti che finiti i 10.000 metri non si bloccano di colpo, ma continuano a correre sempre più lentamente, fino a fermarsi.




Pensiero del giorno: "l'alcool bisogna viverlo."
(striscione apparso in curva nord a Udine)

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8 Responses to La birretta defatigante

  1. orwell1984 says:

    Grande, ma sei uno scrittore o qualcosa del genere...


    il tuo post mi ha commosso!


    Saluti anche dal mio fegato


    Antonio

  2. settantasette says:

    Azz, troppo buono, grazie!

    Saluti a te!


    Il mio fegato invece mi ha fatto causa...

  3. anonimo says:

    Scrivi benissimo per uno appena sveglio e con i postumi di una nottata alcolica, figurati quando sei sobrio! Complimenti vivissimi... da una quasi astemia...

  4. settantasette says:

    :)

  5. helsabot says:

    devo seguire il tuo consiglio, la prossima volta!

  6. anonimo says:

    Era un sacco di tempo che non mi facevo due risate così... sono capitata su questo tuo blog per caso... hai un modo di approcciare le cose e di usare le parole molto simile al mio... secondo te, è un modo di essere o è un fatto generazionale (visto che sono, di poco però, più vecchia di te).. e pure triestina.. magari sei il mio vicino di casa.

  7. settantasette says:

    Mmmm...sono convinto che sia un modo di essere. Oltre al fatto che invecchiare non aiuta. A me sembra di diventare un pò più stronzo ogni anno che passa... : )

  8. anonimo says:

    Concordo sul modo di essere. Dissento sul fatto dell'età.

    A maggio compirò 40 anni e la cosa più bella che credo di avere è la capacità di stuprimi. Nel bene o nel male, questo ha la sua importanza, ma è, al momento, inconferente rispetto al tema di questa mia breve dissertazione.

    Il fatto di avere una mentalità divergente e trasversale, una lingua di serpe e una penna ispirata al vetriolo (cose che, per inciso, so di avere anch'io) non fanno di te necessariamente uno stronzo. Per la mia modesta esperienza, lo "stronzo", come categoria dello spirito, non ha capacità di battute così salaci e ragiona per luoghi comuni.

    C'è poi il "povero stronzo" che non ragiona per nulla.

    Perdonnez-moi, ma non mi pare il tuo caso.

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