On The Road Again - 2 (Fear and Loathing)

















(Primo capitolo: qui)
"Sei troppo vecchio per queste stronzate", mi dice il riflesso nello specchio, con sorprendente e appropriato citazionismo cinefilo. La crisi del look è cominciata appena uscito dalla doccia. Mi ritrovo, dopo ere geologiche dall'ultima volta che la cosa aveva avuto rilevanza, a ragionare sul fatto che a serata conclusa potrei non essere stato l'unico testimone della mia scelta dei boxer. Più aderenti, con effetto pacco-regalo (ah ah ah) sul davanti, palese sfoggio di self-confidence ma con il rischio dell'apparenza da truzzo di balera, oppure classici di cotone a quadrettoni, assai rassicuranti, ma erotici solo per una con un complesso edipico irrisolto talmente grosso da trovare quasi quasi più attraente il nonno che il padre?

Mi rendo conto di essere nervoso, e insicuro. La teoria non l'ho mica dimenticata, ma la disinvoltura pratica nella gestione dei dettagli di questo tipo è da tardoadolescente di ritorno. Bevo una birra, poi un'altra, poi mi faccio una canna. Grosso errore numero uno. Ottenuto il relax mentale necessario, comunque, mi appare chiarissima l'evidenza del fatto che nel momento in cui una arriva a trafficarti nei boxer, il design di questi ultimi non dovrebbe più essere una variabile tanto significativa da ostacolare l'eventuale pompino. Ne indosso un paio a caso, e il resto viene da sé, jeans, maglietta, maglione, giubbotto, scarpe sportive, cappellino da baseball: sono eighties il giusto, trendy ma non troppo, pieno di ottimismo. E di tetraidrocannabinolo.

Nove meno venti, il pub è dietro casa, ho la lingua vagamente felpata, bevo la terza birra. Rollo un'altra canna. Grossi errori numero due e tre. La metto nel pacchetto di sigarette, esco. Comincio ad avvertire la tipica percezione di dilatazione del tempo, le rampe di scale sono infinite, la strada è lunghissima, è sabato sera, c'è parecchia gente in giro, mi sento un po' osservato. Due vecchiette che incrocio stanno parlando tra loro.

"Guarda lì, un altro coglione che stasera spera di scopare, LOL".

So benissimo di essermelo immaginato, soprattutto per il fatto che difficilmente le ottantenni inseriscono nella conversazione turpiloquio e acronimi da web, ma la sensazione di giudizio universale–sociale-morale focalizzato su di me non passa. Giungo a destinazione in perfetto orario, la barista mi saluta e mi dice "il solito?". Certo, faccio io sovrappensiero. Grosso errore numero quattro. Arriva un generosissimo avanacola. Se fosse un film, a questo punto entrerebbe in colonna sonora un passaggio di archi e fiati in bemolle minore, cupo e allarmante, di quelli che fanno stritolare i braccioli delle poltrone al cinema, quando ti chiedi da dove sbucherà il maniaco, o quale catastrofe stia per abbattersi sul protagonista. Appoggiato al bancone esterno, comincio a sorseggiare il drink, mi accendo una sigaretta. Sono a stomaco vuoto, ma non ci penso. Aspetto.
(2 - continua...)
Pensiero del giorno: "Se mi vedesse il Maestro Obi-Wan, si arrabbierebbe molto" (Anakin Skywalker, "Attack Of The Clones", 2002)

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2 Responses to On The Road Again - 2 (Fear and Loathing)

  1. Anonimo says:

    Immagino che ogni donna abbia le sue preferenze sulle mutande.
    Personalmente è importantissimo che non abbiano la sgommata, se poi sono di marca o nere o a quadretti me ne frego perché comunque alla fine vanno levate.
    Forse sono troppo prosaica, e difatti non ho mai comprato reggiseni effetto pushup attizzanti da pornosoft, perché la ragiono sempre allo stesso modo. Le protagoniste sono le tettine, non il contenitore.

    Ossy

  2. Non si è mai troppo prosaici, in queste cose :P

    (chi non muore si rilegge, eh?)

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