La saggezza della tradizione friulana

                       

E' usanza antichissima, d
alle mie parti, che l'uccisione del maiale (purcit) sia una grande occasione di festa per la famiglia proprietaria dell'animale, a cui partecipano tutti i parenti, gli amici, i vicini, se non addirittura l'intero paese. Colui che materialmente esegue l'operazione è un esperto, convocato apposta e ben remunerato, detto purcitâr, che in italiano sarebbe il norcino. Il purcitâr, con un colpo preciso di una sorta di sparachiodi in mezzo agli occhi, fulmina il purcit, che stramazza in un attimo ed è subito appeso, dissanguato, e preparato per l'utilizzo alimentare. Per il maiale, una fine inevitabile, ma indolore e pietosa.

Uno dei riferimenti più esilaranti a tutto ciò può essere sentito, a volte, allo stadio Friuli. Esempio tipico: Udinese-Roma, zero a zero, metà del primo tempo. Totti, appena sfiorato da un difensore bianconero, si getta a terra strillando e rotolando come se lo avessero accoltellato. In qualunque stadio d'Italia la reazione dei tifosi sarebbe il canonico e banale grido
devi morire. A Udine, capita che un omone di mezza età con camicia a quadri, cappello da alpino, e due mani come badili, si alzi e urli PURCITAILU!!!, con conseguente risata dell'intera curva. Perchè purcitailu non vuole dire semplicemente uccidetelo, bensì, come nella procedura della tradizione friulana, significa chiamate un purcitâr, affinchè ponga pietosamente fine alle sue sofferenze con la sparachiodi, per poi farne salsicce. Tutto riassunto, con sublime sintesi popolare, in un'unica esortazione.

Ecco, diciamo che ultimamente tutto questo mi viene spesso in mente osservando certe facce. Chissà quanto chiede, un bravo
purcitâr, per occuparsi di tre bestie simili. 

Pensiero del giorno: “Non mi serve a niente, da morto”
(Boba Fett, “The Empire Strikes Back”, 1980) 

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22 Responses to La saggezza della tradizione friulana

  1. Ari says:

    prova a reinventarti purcitâr. secondo me può dare soddisfazione massima.

  2. anonimo says:

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    per il primo altro che sparachiodi.. ci vuole un martello pneumatico!


    Mala

  3. catopedro says:

    VECCHIO, PER FERRARE CHIAMARE UN PURCITAR RASENTA L'UTOPIA.

    CON QUELLA MERDA CI VUOLE UN BALENIERE.

    CHESSO', UN CAPITANO ACHAB...

  4. settantasette says:

    @Ari: eh, ma ci vuole mestiere...


    @Mala, Cato: mi sa che avete ragione voi.

  5. Ossimorosa says:

    Secondo me non chiede niente.

    Lo fa a gratis.


    Non so come lo chiamano da queste parti ma il procedimento è lo stesso. Con annessi alpini e festa del maiale di conseguenza.

  6. anonimo says:

    caro mio...io sono friulana e mi occupo di altro, ma ha volte ho la tentazione, e questo è uno di quei casi, di farmi INSEGNARE il mestiere...

    Miriam

  7. anonimo says:

    @Ossimorosa: festa del maiale? ci sfamiamo mezza africa :D:D:D:D

    Mala

  8. Ossimorosa says:

    # mala

    anche più di mezza

    e ti assicuro che le persone presenti ci danno dentro

    a fine festa se ascolti bene senti le voci disperate delle interiora dei commensali che si lamentano "il colesteroloooo nooooo"

  9. settantasette says:

    @Miriam: la sparachiodi è gadget assai attraente, lo so. Mandi ;)


    @Mala,Ossy: mi vengono in mente i banchetti col cinghiale alla fine delle storie di Asterix (che capolavoro di fumetto, by the way...).

  10. anonimo says:

    ho dimenticato di firmarmi

    Mala

  11. anonimo says:

    @77: non c'entra una fava, ma tra poco esce il nuovo asterix e i vichinghi :-).

    mi toccherà andare a vedere questo prodotto francese e palesemente anti-italiano.. ma mi fa morir da ridere :-D

  12. anonimo says:

    con quei tre

    si risolve il problema

    della fame nel mondo

    certo è che

    il prodotto finale sarebbe un po'

    scadente

  13. Sioux says:

    secondo me non viene manco a pagarlo salato. Da quei tre non ne viene fuori nulla di buono.


    comunque..

    ho presente la scena dell'uccisione del maiale. Mio zio abita vicino a Parma e per un paio di volte l'ho visto mentre lo faceva fuori. Stile anni '80: insieme a degli amici gli legavano le zampe e l'appendevano a testa in giù (si, esattamente come quell'altro porco famoso!), poi gli tirava una mazzata in testa e lo sgozzavano.

    Quello che mi faceva molta impressione era il sesto senso di quelle bestie che appena venivano tirate fuori dal recinto iniziavano ad urlare/piangere. Non si dimenticano certe scene...specialmente quando le vedi da bambino!

  14. EvaCarriego says:

    mondìeu, la saggezza popolare...

    (che bel leggere)

  15. settantasette says:

    @Mala: speriamo che sia al livello dei "classici"...


    @pensierifuorimoda: assolutamente vero :)


    @Sioux: decisamente, tutto il mondo è paese...


    @EvaCarriego: è sempre un piacere una Sua visita... (e confesso il mio ritardo nella lettura delle vicende dei Bellu, da colmare al più presto)

  16. Ossimorosa says:

    Che capolavoro di fumetto

    Eh si!

    Ti fa venire voglia di mettere dei tavolacci nel primo spiazzo erboso e imbastire un cena per mille persone.

    Poi si balla sui tavoli.

  17. anonimo says:

    Mmmmh: se vuole un tanto al chilo, si mette male per il portafoglio.


    - Musashi

  18. anonimo says:

    bè, ma per la legge della domanda e dell'offerta, dovrebbe essere straconveniente.. o no? :-D

    Mala

  19. sw4n says:

    Anche qui l'uccisione del maiale è un rito, una festa, un avvenimento.


    Ammazzamu u puarcu.


    Si dice.

  20. settantasette says:

    @Musashi, Mala: vero ciò che dite :)


    @Sw4n: u puarcu. Mi piace.


    @Ossy: Brigitte Bardot Bardot, naturalmente.

  21. ABS says:

    Povero porcello, essere paragonato a quelli lì. Anche se Giuliano Ferrara secondo me non merita (io l'ho pure semi-insultato live, ma ho cambiato idea, c'è di molto peggio in giro).

  22. anonimo says:

    uè, ma se per caso fosse il porcello mastella quello sulla barca a fare "Sex Drugs e Travons"? sarebbe ancora buono da macellare?

    Mala

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